UOMO - Anno III - n. 3 - settembre 1945

86 Dalla soglia delle ambizioni imperiali da cui ci siamo fatti cullare, non nostro mal– grado, ci siamo sbandati a una fervente ma– nia di autolesionisti pusilli. Non è serio e non è decoroso. Abbiamo accettato: abbia– mo voluto. Con la sconfitta si è perduto an– che il diritto di mentire. Dal nostro paese sono state emesse delle cambiali che non abbiamo potuto pagare. Non basta allonta– nare il responsabile o vilipenderlo : bisogna reggere alle conseguenze di averlo tollera– to. Chiedere questo oggi a un popolo che non si assume nemmeno la più modesta respon– sabilità dell'onestà quotidiana può sembrare un'audacia fuori posto. Ma nessuno è ormai disposto a firmare per noi degli effetti sen– za garanzia per la scadenza. N è possiamo pretendere che ci si creda sulla parola se, non avendo saputo difendere la nostra indipen– denza, non osiamo nemmeno più ammettere quelle che furono le nostre speranze. Ab– biamo permesso che la competizione lascias– se arbitra la forza: non possiamo liquidare subito ogni pendenza come dopo una par– tita di calcio, quando vincenti e battuti se ne ritornano ciascuno per la sua strada. Dob– biamo riconquistarci l'emancipazione, come la storia vuole, per fatti concreti. Sciocco è credere di ingannare utilmente, se dobbia– mo ingannare noi stessi. C'è un disperato paradosso in queste pa– role: per non essere servi ci dobbiamo ri-

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