UOMO - Anno III - n. 3 - settembre 1945
essere stati ingannati, ora ci inganniamo da soli : ci manca la sincerità. Così il mondo passato ed il presente, quello dei possibili e quello delle fantasie, ci sfuggono, si con– fondono, non hanno più senso: e, rassegna– ti, continuiamo ad essere degli sconfitti. Perchè negarlo? Degli errori del nostro passato. che urge con le sue odierne ferite. siamo noi a soffrire cli più, anche se non siamo soli nel peccato e nelle conseguenze. Siamo simili, però, al cattivo giocatore, che, alzandosi dal tavolo, rovinato, accusa la sorte, gli amici, i suoi sogni - e di– mentica la propria colpa. Dopo la perdita cui si può rimediare, quella di una benevola fortuna gettata al vento, precipita in quella che è senza ritorni; la sua purezza infranta, fatta menzogna. ron sa più sopportare se stesso: crede cli poter mutare qualcosa ri– fiutandosi al proprio passato, che non fu so– lo un fatto, ma fu sentimento e volontà e speranze. E' la malafede cli chi nega di aver adorato il vitello d'oro, mentre si rial– za dalla genuflessione. Anche Pietro ha rin– negato il suo Cristo e Signore: ma ha ri– scattato all'alba il tradimento consumato prima del canto del gallo, piangendo su se stesso, non già rigettando da sè quel fardel– lo, pesante ma suo. Senza questa onestà non avrebbe potuto costruire una Chiesa e nem– meno affrontare il· martirio. 83
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