UOMO - Anno III - n. 3 - settembre 1945
80 di sacrificio molti, troppi non vogliono più sapere, ritenendo di aver già abbastanza sof– ferto e sacrificato. Bisogna dire infatti a co– storo che purtroppo non tutto quello che abbiamo sofferto possiamo pretendere sia messo all'attivo nel nostro bilancio di fronte alle altre nazioni, poichè i vincitori hanno già giudicato doversene mettere la gran parte a parziale discarico della nostra cor– responsabilità di popolo innanzi alla storia. Il sacrificio che ci riporterà alla dignità non è quello impostoci colla forza e che si è tra– dotto in tante rovine, non è quello sopportato con più o meno grande rassegnazione, per tremendo che sia, ma è il sacrificio volonta– rio, cosciente, leale di chi non rinuncia al proprio orgoglio, ma sa piegarsi a racco– gliere gli arnesi che gli sono caduti di mano nel momento della sventura, onde ripren– dere con essi la riedificazione della nuova vita. Questo è il sacrificio che a noi è richie– sto dalla dignità, il solo che ci sarà portato all'attivo da coloro che ci stanno ad osser– vare con apparente impassibile indifferenza, nella quale assai probabilmente celano un attento esame critico, l'esame della nostra maturità, e, quindi, della nostra possibile riabilitazione. Il 25 aprile non poteva, con una bac– chetta magica in mano, far sì che tutto il passato non fosse, nè poteva cohferirci il di-
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