UOMO - Anno III - n. 3 - settembre 1945
72 scacchiera, ad una voce. Senza un accenno di speranza, di salvezza, un suggerirci che può mutare d'improvviso, che può apparire l'incrinatura nella muraglia. Il caso de « Gli indifferenti » può trovare riscontro nella no– stra letteratura soltanto con quel bel libro che è « Senilità » di Svevo. Anche per cauti riferimenti Manzoni è oltre il confine, Nievo e Verga hanno un'altra ricchezza. Quel libro amaro e giovanile rimane un termine per noi, quando vogliamo esamiriare questi anni tra– scorsi. Un margine ottuso è il monotono paesag– gio di Moravia, un'aria stagnante senza vita, perchè le vite, le esistenze che si svolgono in essa sono già previste, preventivate, gli atti sembrano già scritti e che si vogliano ora unicamente controllare. La fiamma che consuma questo margine è come un rossore su un volto, un rossore senza riscatto, del quale rimarrà sempre il peso e il ricordo. E' la storia degli umani che sono arrivati eia una guerra all'altra, da una distruzione ad un'altra distruzione, da una ferocia ad un'altra ferocia senza reagire. (E proprio Moravia tenta spostare adesso il ragiona– mento verso la libertà. In questo senso il suo recente discorrere di cristianesimo e comu– nismo. pure attraverso un certo superficiale divertimento, potrebbe essere per Moravia più pericoloso di quanto .lui stesso e noi non supponiamo).
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