UOMO - Anno III - n. 3 - settembre 1945
i suoi diversi volti cui la guerra diede un volto unico, non possiamo più accet– tarla. Questo mondo non è più il nostro mondo: quest'aria non è più la nostra aria. La maggior parte di noi è gente sradicata, senza casa, senza patria, senza chiesa. Ma il distacco è così. duro clze allon, tanandoc,; ci voltiamo indietro ad ogni passo. Le rovine ci apparten,I!ono: sono rovine di case clze furono nostre, molto più clze non abbiamo appreso il consigù'o evangelico di scuotere la polvere dai ca!, zari davanti a quelle case clze non ci pos, sono ricevere, e non conosciamo gli ap– prodi di domani. Crediamo clze ci siano se tutti lzanno levato le ancore. La nostra conversione è questo muoverci - verso una terra clze ci siamo promessa. Ma si tratta di una religione clze può prendere noml zmpensati e costruù·sl cnu maginati accampamena; altrettanto ùzabi, tabili di quelli lasciati. ln/att,; solo agli inizi essa è un'emigrazione di anime; poi gli occlzi si fissano di nuovo sulle cose, e troppi si occupano soltanto del come allineare le tende e del come spartire il pane, il solo pane .... E niente più in là, per non tormentarsi maggiormente, e per essere sicuri di provvedere.
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