UOMO - Anno III - n. 3 - settembre 1945
sulla campagna, il silenzio la isolava, si ri– chiudeva su di lei. Vincenzo si contorse, s'appoggiò al para– petto: « Mio Dio», disse con voce lamento– sa: « non c'è speranza per noi». Anch'egli si rivolgeva a Luisa quasi volesse includer– la in quel « noi » eletto con commozione. Luisa si mosse verso la scala. « Vigliacco », seguitò a dire Vincenzo con voce flebile, ma intensa. Domenico s'avvicinò, presogli il collo dis– se ingiurie concitate, a bassissima voce. Vincenzo parve soffocare: « Oh cielo», disse appena. Dal giardino giunse una voce: «Domenico», Una voce non squillante ma ferma. Era la vecchia Eleonora. I due uomini discesero la scala precedu– ti da Luisa che tornò a sedersi al suo posto vicino alle vecchie e a Spada. « Che bella sera», mormorava Teresa. Domenico appartatosi un attimo accanto a Luisa disse : « Devo esserti grato. Solo con lui, che avrei fatto stasera? » La voce gli tremava, e non dominata a sufficienza era ora alta, ora bassa. Luisa rispose: « Non credo che ne saresti stato capace». E gli toccò le ma– ni, dicendo: « Hai le mani esili, sono quasi da donna. Strano », mormorò lasciata ogni ironia; « fa uno strano effetto toccare mani di uomo così esili e fini ». « Che bella s~ra », c9ntinuava Teresa. 57
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