UOMO - Anno III - n. 3 - settembre 1945

56 ta, come se avesse fretta di consumarla o come se si fosse proposto di compiere un gesto risolutivo solo dopo aver finito di fu– mare. E ad un tratto o che rinunciasse a questa risoluzione o che fosse disgustato ve– ramente dal fumo schiacciò la punta vivida della sigaretta sul mattone della balaustra : «Domenico», disse, anzi quasi gridò con voce acuta, mentre riponeva la cicca in una tasca dei calzoni. « Vincenzo » rispose Domenico con ugua– le acutezza d'accento « non so perchè tu sia salito quassù ». « E' salito quassù», diceva intanto Luisa, « perchè è una bellissima sera, perchè quas– sù si sente muovere l'aria, perchè ... » Vincenzo rivolto a Domenico, alzando acu– tamente la voce quasi per vincere quella pa– cata della donna: « Ma taci ! » Domenico rise forte: dal cortile a. destra, Vittorio fece: « Ssss ». Domenico rise più forte; Vincenzo gli s'avvicinò e gli disse: «Vigliacco». Allora Domenico si mise a gridare: « vi– gliacco, tu vigliacco : noi non abbiamo paura (allargava le braccia come per includere Lui– sa che invece pur senza muoversi pareva appartarsi con tutta la persona). Io grido», continuò, « grido finchè duri dentro di me la volontà di gridare», Rise forte; fatti al– cuni passi in mezzo alla terrazza: « Schifo», gridò. Lo ripetè più volte. La parola corse

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