UOMO - Anno III - n. 3 - settembre 1945
«Domenico», disse Vincenzo, « credo che sia molto tardi. « Ora cercava di mo– strarsi conciliante pur continuando ad es– sere ironico; ma il tremito della voce restava. « E' una bella sera», continuò. I polpa– strelli della sua mano sinistra non resistet– tero, la cicca accesa gli cadde di /mano, schiacciata subito da un piede. Si vide un biancore, un rapido acendersi di fiammifero: Vincenzo fumava di nuovo, ora con calma, prendendo cli tanto in tanto la sigaretta tra le dita della mano destra, placidamente. « Buona sera, Vincenzo», disse Luisa co– me se solo allora s'accorgesse della sua pre– senza. « Caro Domenico», disse Vincenzo, « è molto tardi ». Domenico s'appoggiò alla balaustra della terrazza, guardò davanti a sè verso la pia– nura buia, verso l'orizzonte interrotto dalle colline: « Luisa, mormorò, « si vedono vio– lenti bagliori». Ma Luisa con le spalle ap– poggiate alla balaustra guardava verso l'in– terno del giardino sopra le spalle cli Vincen– zo che continuava a fumare. Domenico si volse appena: «Luisa», dis– se, e le indicò qualche cosa, ma la donna torse appena il busto, il collo, il mento, guar– dando distratta ciò che Domenico le indica– va: un bagliore sulla pianura, forse i raggi cli fari d'automobile. Vincenzo fumava rapidamente la sigaret- 55
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