UOMO - Anno III - n. 3 - settembre 1945
52 deria. L'espressione di lei, pur celata dal– l'ombra, era l'unica cosa viva. Il vento s'era formato, le foglie e le erbe erano immobili cadute nell'inerzia di quell'afosa sera d'a– state. « L'amicizia svaniva», disse Domenico. « Fu una curiosa impressione ritrovarmi so– lo dentro quella piccola camera. Buona not– te, mi aveva detto Vfocenzo, ed io gli ave– vo risposto: Buonanotte, quasi con ami– cizia; ma era appena uscito che già me ne pentivo. Mi sedetti sul letto. Ripensavo for– se a quando lo incontravo sulla strada che portava alla scuola. Era la scuola Nicolò Machiavelli, o qualcosa cli simile, un gin– nasio inferiore. Molto più alto di me, Vin– cenzo, indossava l'abito scuro, di panno mar– rone, ed il berretto con la visiera di pelle. Che berretto curioso. Segno, non so, d'un animo superbo, forse ambizioso, e d'una cat– tiva ambizione. Lo guardavo, senza che mi potesse vedere. Un giorno però come se già gli avessi parlato, come se fossimo amici, passandogli accanto gli dissi: Ciao. E'cl an– cora ricordo il suo sguardo ». Luisa si mosse, quindi mise di nuovo i go– miti sul parapetto; ferma, ma con la destra continuava a scalfire piano piano il lichene « Sì, ancora ricordo il suo sguardo. (Ed an– cora a ricordare quelle parole ne arrossisco, ne soffro». Così aggiunse tre 'sè, spasiman– do di non trovare le parole per dirlo). Era
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