UOMO - Anno III - n. 3 - settembre 1945
la linea sinuosa contro il cielo lievemente schiarito. Domenico s'eccitava: «Sì», disse, « non è questa una vita per me». « Silenzio», gridò una voce. «Vittorio», commentò Luisa con ironia. « Che uomo», disse Domenico con sprez- zo più che con odio: « Vittorio ha il vol– to che sembra di pasta. I suoi occhi sono smarriti. Credo che abbia molta paura. Un giorno mi ha detto: sarebbe meglio morire». Domenico si mosse, costeggiò il parapetto che correva intorno allo aereo terrazzo, e quasi seguendo i suggerimenti della memo– ria parlava: « Le tre sorelle, Elisabetta, Emi– lia, Elsa, già dormono ... Vjttorio, che uo– mo impossibile... Cosa pensi, Luisa, della famiglia del medico Rossi? » Infine si sedè sul pavimento, si sdraiò, s'abbandonò al te– pore conservato dai mattoni, allargò le brac– cia come galleggiasse in acque tranquille, riprese a dire: « Vincenzo, la notte parla dormendo. Ed anche russa come se soffo– casse. Sono strani gli uomini che di notte parlano e svelano i loro segreti». Domenico ebbe un riso stridulo. « Anche a me», mormorò Luisa, « suc– cede, la notte, di parlare dormendo ». «Sì», disse Domenico, « a tutti può acca– dere di parlare dormendo, ma Vincenzo è diverso; parla come piangesse, si lamenta, è insinuante; la sua, quando sogna, non si 43
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