UOMO - Anno III - n. 3 - settembre 1945
42 essere stato cotto dal sole dall'alba al tra– monto. Ascoltarono qualcuno che discuteva: « Ho udito un carro», disse Luisa con improv– visa vivezza .. « Sì, un carro», rispose Do– menico. « Luisa continuò: « Quanta gente sui terrazzi e forse sui tetti. » Stava ap– poggiato al parapetto di mattoni combinati in modo da costruire una specie di grata. Si trovava alle spalle di Domenico, se si può dire così: insomma dietro la sua testa. Il giovane disteso guardava in alto, seguiva una nebbia che si distingueva al chiarore astra– le. Finchè non fu in piedi e accanto alla don– na con le braccia incrociate sul parapetto. « Credo che partirò», disse con voce pa– tetica. Luisa non rispose. «Partirò», continuò, « molta gente par– te, lascia questi luoghi e si reca sui monti: non vedo perchè io dovrei ancora restare». Luisa si volse, appoggiò le spalle alla rin– ghiera di mattoni. Anche Domenico si volse e restò con le spalle ugualmente contro il parapetto di mattoni intrecciati. Continuò: « Partiremo. Forse Vincenzo non parte, ma noi non possiamo restare. Luisa si riscosse, mormorò: « Molta gente è partita». Ag– giunse con ironia: « Chissà cosa credono fare». Rise e si volse ancora, guardando la campagna verso le colline di cui si scorgeva
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