UOMO - Anno III - n. 3 - settembre 1945

presenti pronunciasse. Allora sarebbe anda– to oppure sarebbe rimasto. Anche Vincen– zo appariva assorto in qualche suo calco– lo, e si capiva, benchè il suo volto affilato e bruno non fosse visibile, che i suoi oc– chi e le sue labbra sorridevano: d'un sor– riso incerto però; quello che rivela una in– terna costernazione. Teresa bevve l'acqua rimasta in fondo al bicchiere. « Che caldo», disse e cercò di parlare con Spada che non rispose, mentre Domenico calcolava: « Che caldo » ; o ac– corgendosi di non aver deciso in anticipo se fosse il pari o il dispari a stabilire il suo comportamento. Concluse così di tentare nuovamente la prova e che a favore sa– rebbe stato il dispari, ma intanto il silenzio si faceva continuo, dispettoso: « Vitto– rio ... >> disse ad un tratto la vecchia Eleo– nora, quasi ad indicare una voce o un pas– so udito di là dalla siepe. E Domenico con– tò: « Pari ! » Ugualmente s'alzò. Discese tra le piccole aiole, entrò tra i pe– ri anch'egli nauseato dal fieno, e quando ar– rivò ai piedi della scala che portava sopra il terrazzo restò incerto finché non si dette a salirla, a quattro, a cinque scalini, con agi– lità eccezionale, con spavalderia, come se qualcuno potesse vederlo ed ammirare il vi– gore dei suoi slanci. Arrivato sul terrazzo: «Luisa», disse, e si sdraiò sul'ammattonato ancora caldo per 41

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