UOMO - Anno III - n. 3 - settembre 1945

che un uomo ne vale un altro; è una formula nichi– lista, che non assume il suo vero significato se non nel massimo pessimismo religioso (vanitas vanita– tmn, omnis homo me11da:1:). Diciamo che in ogni uomo vi sono virtualmente tutti gli uomini. Il Figlio dell'Uomo, che sa quel che c'è nell'1101110, conosce in ciascuno tutti gli altri. Ecco dunque come bisogna affermare contempo– raneamente l'eguaglianza di essenza che unisce gli uomini nella natura ragionevole e le ineguaglian.ze naturali o dei particolari che traggono origine da questa stessa unità od ineguaglianza fondamentale. Ma anche per questa via si vede che l'eguaglianza è primordiale, e derivate sono invece le disegua– glianze. Giacchè, assolutamente parlando, la comu– nità d'essenza è ben più importante delle diversità individuali, come le radici sono più importanti dei rami. Di questo primato dell'eguaglianza secondo natura sulle diseguagl.ianze seconde, la Chiesa ha dato di recente una attestazione aperta, allorchè il 28 ottobre 1939, in occasione della festa di Cristo Re, mentre l'Europa entrava in un periodo di con– vulsioni che farebbero disperare di lei se non si sperasse in Dio, il Papa ha consacrato sulla tomba di San Pietro dodici vescovi appartenenti a popoli e razze diversissimi, tra cui parecchi erano uomini di colore. « Coloro che entrano nella Chiesa, qualun– que ne siano l'origine e la lingua, egli diceva in quell'occasione, devono sapere che hanno un eguale diritto cli figliolanza nella Chiesa del Signore ove regna la legge e la pace di Cristo». Orbene, chi non vede che se questa eguaglianza trova il suo fondamento, entro la Chiesa, nel battesimo e nella grazia dell'adozione, essa presuppone necessaria– mente anche una eguaglianza similare nell'ordine della natura? L'esercizio del potere episcopale mette in opera dei doni e delle virtù di natura come doni infusi. Ed ecco che, a seconda delle regioni dove abbiano a risiedere,. dei bianchi possono essere retti, JQ