UOMO - Anno III - n. 3 - settembre 1945
16 altra cosa, un amore naturale verso Dio, senza di che la carità non saprebbe perfezionare la natura, ma piuttosto la distruggerebbe (1), del pari occorre che, per quanto indebolito dal peccato, vi sia nel– l'uomo un amore naturale verso la sua specie e verso coloro che dividono l'identità dell'essenza umana, perchè senza di ciò l'amore evangelico per gli uo– mini d'ogni razza e condizione, anzichè innalzare la natura, sarebbe ad essa contrario. E come po– tremmo noi tutti essere chiamati ad amarci in Dio, se non cominciassimo con t'essere eguali nella no– stra condizione e nella nostra specifica dignità di creature ragionevoli? Il cristianesimo conferma ed accentua il senso concreto dell'eguaglianza di natura quando ne at– testa il carattere storico e genealogico, e quando insegna che si tratta di una vera e propria paren– tela, in quanto tutti gli uomini discendono da una unica coppia originale e sono fratelli in Adamo prima di essere fratelli in Gesù Cristo. Eredi tutti d'un medesimo peccato e di eguali ferite, ma eredi anche di una eguale grandezza origi– nale, creati tutti ad immagine di Dio, chiamati tutti alla medesima dignità, soprannaturale di figli adottivi di Dio, e alla coeredità del Cristo Salva– tore, redenti dal medesimo Sangue vivificatore, e destinati così a diventare simili agli angeli del cielo (2), qual cristiano potrebbe considerar gli uomini con lo sguardo demente d 1 un orgoglio raz– zista? L',.nità del genere ,.,nano è alla base del cristianesimo. Lo afferma Pio duodecimo dall'alto della cattedra suprema, quand'egli denuncia, qual orimo dei perniciosi errori oggi tanto diffusi « l'oblio di quella legge di solidarietà umana e di carità, dettata ed imposta tanto dalla com,manza di origine e dati'eg11aglianzadella natura ragione– vole di t11ttigli uomini, a qualunque popolo appar- (1) Confronta Summa 'fheloQ"ica, I, 60, s. (2) Luca, XX, 36.
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