UOMO - Anno III - n. 2 - giugno 1945
tai alla svelta l'inferno di quella città? E l'amo? Sono affezionato a quella gente bian– ca nobile e bella? A quella superiore superba specie dell'umanità? Gli armeni sono bianchi. Alcuni S')llO an– che neri ma sono abbronzati clal sole. Il sole li cominciò ad abbronzare secoli fa, ma non c'è proprio nulla di più: essi sono abbron– zati dal sole. Quelli che sono bianchi, quindi, sono bianchi appunto per un'altrett:anto buo– na ragione. Io penso che il sole Hon li abbia abbronzati. Io penso che essi non si misero abbastanza al sole. Neri o bianchi. però, essi non amano le maniere degli Armeni. Non amano la maniera aperta 111 cui gli Armeni ridono. Bene, Katz era bravissimo in ciò. Egli pro– curò una quantità di affari a quella bella organizzazione e noi eravamo una coppia in gamba. Io ero un tipo sveglio, per quanto i miei parenti non si fermassero solo a que– sto: essi dicevano che ero davvero più che intelligente. Io .ricordavo tutte quante le chiamate che arrivavano in ufficio come al– lan11i d'incendio a una stazione di vigili. Le sapevo tutte a memoria. Sapevo scrivere a macchina. Sapevo rispondere al telefono e ricevere un fonogramma. Sapevo tutte le tariffe. Sapevo ricevere un telegramma al ricevitore. E stavo anche imparando a tele– grafare. 73
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