UOMO - Anno III - n. 2 - giugno 1945

62 Tommaso, « quando è primavera?•· Attilio si era steso nella branda accanto alla sua : appena, nel- 1'ombra, lui g1i vedeva il volto, con i capelli spio– venti sugli occhi, un intrico, un cespuglio e dentro quella luce dura, serena. « Domani è primavera», disse Attilio. Si girava dentro la coperta come in una tomba. « Ringraziamo dio, la madonna: è prL mavera», diceva. Con una mano si è buttato indie– tro i capelli, è apparsa la fronte nuda offerta, ora lui è avvoltolato nelle coperte: sembra un sacco e respira male, col naso. «Attilio>, diceva Tom– maso. La sera è il momento delle confessioni, degli sconforti, bisognerebbe chiudere gli occhi subito, in fretta, non sentire. «Attilio», diceva Tomma– so: era come se fosse solo in un deserto, ormai l'ombra l'imprigionava, gli premeva la carne, il re– spiro. Ma nessuno si muoveva ad accendere il lume a petrolio, anche la stufa si andava spengendo: il riverbero rosso diminuiva sulla parete, una vita che diviene esile, si consuma. E Tommaso aveva detto quel nome, era come se avesse chiamato sè stesso, qualcuno che andava avanti a lui voleva tornasse in– dietro, gli facesse compagnia. Attilio era chiuso nel– le coperte. D'improvviso dice, « che vuoi, che vuoi da me?», è irritato 1 scontento. Tommaso .intrecciava le dita, erano sudate, si incollavano l'una all'altra e la febbre gli bruciava le labbra. « E' impossibile andare avanti», disse, « noi non viviamo, siamo ridotti a nulla». L'altro girò la testa dall'altra parte, la sua nuca era meschina, debole. « Perchè ilici im– possibile?>, diceva, « perchè dici impossibile?». Una voce senza ansia,senza inquietudine, tediata soltanto. Tommaso si sentiva stanco, « siamo arri– vati al limite», disse « abbiamo compreso quello che eravamo, che siamo: proprio soltanto questi fisici desideri ; e a casa mi ero montato la testa, io, degli amici, parlavamo di umanjtà, dolore, tante pa– role, adesso mi ritornano, le ho tutte dentro la testa e non riesco a buttarle via». Stava ad ascoltare la proprfa voce, consumata arida,eppure quieta, rasse-

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