UOMO - Anno III - n. 2 - giugno 1945
32 con questo, che finalinente l'iwnw è entrato nel romanzo, supplendo a quel personaggio– carattere che s'è stilizzato e s'è vuotato come l'involucro d'una larva. (Esagerazione: sa– rebbe facile ironizzare sull'imperialismo del– l'uomo, anche in questo mondo!) Ma dav– vero la storia del personaggio balzacchiano (o manzoniano, dite come volete) mutatosi, in un secolo, nel personaggio gratuito, è stata strnordina.ria. E le necessità etiche, che la storia ha posto in questo secolo di letterati, giiistificano quei tentativi di scoprir mwve forme al romanzo, che i naturalisti avevan cominciato ed i simbolisti avevano continua– to : i naturalisti, che consideravano il roman– zo une tranche de vie, ed i decadenti, che vi avevan deposto un'entità dinamica f eb– bri/e e sconvolgente: il desiderio, la corsa al destino, l'insoddisfazione (7) - e, nel suo pa– rallelo tecnico, la corsa oltre la trama., oltre la parola " fine ", la conclusione della vi– cenda nel lettore - il giudizio dei personaggi, oltre il testo. (E' il caso, lo abbiamo già detto, particolare a Mauriac (8). Il romanzo (7) l:Jgua,l paraUelo pofrà tracciare il lettore ri– guardo a.i teat,·o, vartenldo d.al p(!Jrsonaggio d,i Mol'iMe, e Je.rm,a.n<T.osfl al e sorelle cU, Oeoov, al loro grid.o: cc A Mosca!>>. (8) Fa oontraaSto -il nome d·i P1'011st. L'immenso vu,oto, l'a-ssenza perpetua di Dio dalla Recherche spa– venta Mmtria.c - [.'assenza, della Grazia. Ved,i C1lca.pi– lalo X l'invito ai ,·om,anz-i.ert (a s~ stesso) a ,·einte– grar la Grazia nel romanzo.
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