UOMO - Anno III - n. 2 - giugno 1945
26 la sincerità confessionale di quei nomi, l'in– transigenza espressiva dei loro personaggi, il peso delle loro colpe (discepoli sconfessati di Roi.sseau!) nella bilancia del giudizio artisti– co furono un raggio maestro, per noi, così come parvero stranieri ed insolenti ai cittadi– ni della provincia italiana: le ragioni stori– che infalli, a chi soltanto sapesse conside– rarle, con.fluivano in esso con 1111 rigore ma– tematico. Dalla seconda metà dell'ottocento ai primi anni del nostro secolo, il pensiero religioso francese aveva deviato, aveva 11-.i;– tato tono: e lo aveva n-iutato, parallela,mente, l'ampiezza del discorso letterario che, fatti i conti con la mode mineur del!'esperienza cattolica, s' em risolto in 1111a timorosa invo– cazione al mistero. Il pensiero, insomma, era sceso im'altra volta dal pulpito al confessio– nale. La Francia di Lacordai:re si mutava in quella di Péguy; la Francia del verlainiano Parallelement aveva cambiato luce in Amour, in Sagesse (Soyez béni, Seigneur, qui m'avez fait Chrétien); la Francia che aveva assimi– lato Nietzsche come un piccolo Pascal sociale era pronta a distruggerlo con una sola ca– denza d·i Barrès: J'aime à chanter parmi !es captifs le chant de la captivité, era pronta a « osar » la canzone della schiavitù, in mezzo agli schiavi. Era 11-1era-uiglioso, che dopo le po– lemiche sostenitte con i conti del Loisy, sor– gessero davanti al giudizio della cronaca crea- 1 ure su cui la nebbia non si sarebbe mai dira-
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