UOMO - Anno III - n. 2 - giugno 1945

18 quando mi è apparsa nel giardino di via Bolognese di Bargellini mentre parlavo qua– si per giuoco di queste cose con lui e con Betocchi? Una sorpresa d'amore e di più il senso partecipato della vita. Allora mi era sembrato che sarebbe stato facile con questo talismano vincere tutto, avere vinto sin da allora - primavera del '38 - la vita, que– sta vita che non sapevo, così paurosa e così dura. Era la chiave miracolosa per decidere tutto e prima quest'angoscia che coglieva– mo in tutti gli oggetti della vita quotidiana, per potere giustificare questo infinito ripe– tersi di occasioni vane, sterili, senza conse– guenza poetica. Eravamo angosciati da que– sto intervento preciso della morte in tutti i gesti, in ogni condizione terrena, rifiutava– mo cioè questo senso approssimativo di commedia, cli teatro, cli menzogna mantenu– ta contro tutto come l'unica sostanza reale dei nostri giorni. Ora la letteratura non più come un argine artificiale cli b_ellezza ma come nozione di verità mi dava speranza cli raggiungere un limite eterno di resistenza e d'interpretazione: era in un certo senso le– cito cedere a un moto cli gioia, anche se que– sta gioia il domani immediato l'avrebbe an– nullata in una nuova oncia di dolore, di pena, cli angoscia. Poi sono venuti gli anni cli dis– sipazione, non si riesce a sostenere cli colpo una posizione così violenta e assoluta, biso– gna per forza adattare la nostra natura al

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