UOMO - Anno III - n. 2 - giugno 1945

da un gusto v1Z1atodal sentimento, dall'in– tervento giustificato della nostalgia e dalla falsità di queste fotografie basate sul ricor– do? d'altra parte nei migliori dei miei vicini cli allora c'era questo stesso senso di squal– lore e un identico bisogno di assoluto per cui ci saremmo perduti tutti per avere un nome sicuro, una fede, una immagine libera dal tradimento. Se mi avvicino a queste im– magini ora così lontane e così care trovo un accento di verità proprio nell'angolo di queste cadute generali, di questi tormenti nascosti e il resto, per quanto sia bello nella memoria e parli distintamente al cuore. rien– tra in una cronaca che dobbiamo sacrificare, ha il peso della carne che deve corrompersi. Il George con Traverso, Plotino con Macrì non possono competere in questa terra della memoria con il peso degli errori, la vita ulteriore dei peccati e il gusto di tutto que– sto tempo doppiamente perduto nell'attesa e nel significato eterno. Lo stesso diario - correggendo in questo senso il suggerimen– to gidiano - ci portava davanti a queste esigenze assolute e per questa ragione lo si troverà lento e povero, senza soccorso di voci diverse ma monotono nella sua segre– ta speranza. E nonostante tutto mi pare che non sia abbastanza monotono, e ora che lo vedo così misero mi è consentito denuncia– re il desiderio di un diario continuo, fitto, magari confuso ma confuso come la mate- 15

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