UOMO - Anno III - n. 1 - febbraio 1945
libera, e di per sè non ha più valore, se non inserito nella collettività, unico vero assoluto. Q.gali effetti sortano, l'ha già detto Be,-, d,iae./f: si sposta il centro della coscienza; non più coscienza personale, ragione per, sonale, libertà personale, ma coscienza, ragione e libertà collettiva. Il che è un assurdo, perchè non è possibile trasferire le prerogative di una entità singolare, reale e concreta nel tempo e nello spazio quale è l'uomo, in seno a un'entità mo!, teplice e perciò non responsabile, non li, bera, indefinibile nel tempo e nello spazio quale è la collettività. Infine il comunismo - e qui ci sembra di cogliere la sua più forte contrazione - pone è vero un prevalere del proletariato nella società; pone anu; come massa, una dùtatura del proletariato, che si ripercuote sullo stesso singolo proletario non meno dura di o!fni altra. Ma tutto questo sta a significare appunto che la « condizione al proletariato » sussiste, non ostante le intenzioni di riscattarla. Meno aspra, al, leggerita, ma c'è, permane, mentre se si vuole davvero. raggiungere la giustizia,
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