UOMO - Anno III - n. 1 - febbraio 1945

Al solito, dobbiamo venire a un compromesso: o meglio dobbiamo mantenere la distinzione e sem– plicemente porre questi due incompatibili : Grazia e Giustizia, fianco a fianco senza vani tentativi di riso!vere la loro contraddizione. Reciprocamente ostili questi due principi della Grazia e della Giustizia possono essere, nella pratica, riconciliati da coloro che sentono ciò che si chiama, nel gergo della teologia democratica, « il sentimento di solidarietà• - da quelli, in altri termini, che amano i propri simili. Alcuni uomini e donne hanno un particolare dono per l'amore; sono al– trettanto rari, credo, quanto quelli che hanno una disposizione per la pittura o per la matematica. A quelli costituzionalmente meno privilegiati il Cristianesimo e, più recentemente, l'umanitarismo hanno cercato di insegnare l'arte di amare. E' un'arte molto clifficile da acquisire, e il successo dei suoi maestri cristiani o democratici non è stato considerevole. T più non amano i propri simili, o li amano solo in astratto quando non ci sono. In momenti di crisi. è vero, possono essere tra~ sportati dal « sentimento della solidarietà», pos– ~ono sentirsi solidali con • Ics damnés de la terre. les forçats de la faim » Ma le calamità non sono fatti cronici e in tempi ordinari i sentimenti della maggior parte di noi verso i dannati della terra sono praticamente inesistenti. A meno che il loro caso venga portato bruscamente alla nostra attenzione, noi semplicemente non ci pensiamo. Col tempo, forse, col progredire della scienza psi– cologica, potrà essere scoperta una tecnica per insegnare agli uomini come amarsi l'un l'altro. Co~ me alternativa, naturalmente, può anche darsi che i nostri discendenti sviluppino un nuovo ordine sociale, qualcosa_come quello dei Seleniti del signor 67

RkJQdWJsaXNoZXIy