UOMO - Anno III - n. 1 - febbraio 1945

64 dividuale è solo una funzione secondaria e inci– dentale della moralità. Il punto essenziale per il comportamento meritorio consiste proprio nell'ave– re esso valore sociale. L'individuo riesce per le sue doti ed è salvato dalla Grazia perchè ha certe particolarità di carattere o perchè ha com– piuto atti di «fede» che generalmente sono non– morali, ma accetti a Dio. Le opere sono quelle che salvano non l'individuo ma la società, quelle che mitigano le ingiustizie di un mondo di cui Beemot è l'emblema. Il cintare i burroni - ecco le opere. Il Cristianesimo approva i recinti intorno ai bur– roni; ma insiste anche molto decisamente sul fat– to che i burroni esistono e che la legge di gravi– tà è immutabile. In ciò esso si dimostra inte– gralmente scientifico; per quanto lo sia indubbia– mente un po' meno nell'identificare una delle con– dizioni non-morali di salvezza con la fede obbliga– toria nel Credo atanasiano. L'umanitarismo demo– cratico non è scientifico. 1 suoi apostoli procla– mano la salvezza ottenuta per mezzo delle opere e pensano che, se esiste, la legge della Grazia essa possa essere abrogata da una legge parlamentare. Non contenti di cintare i burroni, gli umanitaristi come Michele! e Péguy negano in modo parados– sale la possibilità di cadervi dentro. Se in effetti molti cadono, ciò è dovuto alla malvagità di al– cuni dei loro simili, non all'azione di una legge naturale. Se il mondo è un brutto posto (e Beemot non si distingue per le sue virtù), debbono forse i miti religiosi essere veri? Ammettere l'esistenza del male e incorporarlo ih un mito religioso significa, in un certo senso, condonarlo e persino santifi– carlo. Ma il male non dovrebbe essere condonato o santificato; modificare ciò che noi consideriamo

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