UOMO - Anno III - n. 1 - febbraio 1945
siano salvati. Grazie alla loro povertà essi non si rendono veramente conto di molte possibilità di disaccordo, che per chi è r.iccamente dotato si trasformano così facilmente in vera disarmonia. E' vero che la salvezza del ricco di spirito, quan– do egli raggiunge l'armonia, è una salvezza migliore di quella del povero di spirito; il cielo ha le sue sfere. Ma l'armonia è sempre armonia e, nel loro piano inferiore, i poveri di spirito sono salvi quanto lo sono i ricchi nel loro. Dei poveri di spirito, poi, si salva un maggior numero, sia in linea as– soluta sia rispetto al numero totale. Appare così che l'ingiustizia cosmica è temperata da una certa benevolenza compensatrice ai diseredati, che dopo tutto si rivelano possessori di qualcosa che dà loro diritto a ricevere un dono. Questo qualcosa (che, rispetto al successo, ha un valore negativo) è la loro povertà. La legge della Grazia vale anche qui : « poichè a coloro che hanno sarà dato». I poveri hanno la povertà e viene data loro la salvezza; essi non hanno particolari doti e per– tanto viene loro tolto il successo. A coloro che invece hanno certe doti, viene dato il successo; ma poichè 11011 hanno una semplicità facilmente ar– monizzabile, non viene ad essi data la salvezza, o viene data solo a malincuore. E' quasi altrettanto difficile per chi è spiritualmente ricco entrare nel regno dei cieli quanto per chi è materialmente ricco. Il successo è dato a coloro che hanno partico– lari doti; ma in molti casi è dato solo quando queste doti vengono impiegate in un modo, in lin– guaggio umano, meritorio. Vi sono pure molti casi in cui la coscienza di avere agito in modo meritorio è necessaria in vista della salvezza per– sonale. Ma aiutare al successo o alla salvezza in- 63
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