UOMO - Anno III - n. 1 - febbraio 1945

34 certa. Su questo pensiero si mise l'odore della pioggia: solo più tardi il tempo cedette un poco, asciugandosi a un magro vento. Lasciato il tavo– lino io l'Adriana e la Luisa scendemmo alla spiag– gia : l'aria era dolciastra e inerte, la sabbia umida e viscosa simulava una qualche angosciosa mate– ria; l 1 acqua aveva un colore neutro, ai piedi diede un senso gelido e untuoso. Durante il pomerigio i preparativi per la par– tenza mi occuparono e mi distrassero; d'altra par– te non sapevo ove fossero gli a:mici e se anche l'avessi saputo non credo che mi sarei sentito in– clinato alla loro compagnia. Soltanto verso il tra– monto mi prese un acuto desiderio d'azione, di moto, contemperato tuttavia da un non so che di molle e languido. Una oscusa melanconia mi pre– meva : scesi sulla spiaggia quasi deserta a quel- 1 'ora. Un'aria spenta e destltuita toccava i tavo– lati consunti, gli scalmi bruciati, le pergole cele– sti; il mare aveva un gesto defunto, sospeso nella luce grigia. Sulla chiglia d'una barca rovesciata vidi mio padre seduto, con un viso tra attonito e distratto. Si rallegrò quando mi scorse, e alza– tosi, mi venne incontro pieno d'affettuosa ami– cizia. «Beh» disse « è un pezzo che non ti si vede: vado a fare un giro, vieni con me». Accon– sentii volentieri, sentivo in me il bisogno d'uno sfogo consegnato più agli atti e ai silenzi che alle parole. Camminavamo lungo la spiaggia piuttosto taciturni, ma il volto di mio padre, quando lo guardavo, era sereno, non senza tracce di dolore e angosce, ma salvato, di là da quelli, pur com– prendendo e perdonando. Lontano cominciava ad apparire il molo di grandi pietre grigiastre. «Qui» disse mio padre con voce leggera « tanti anni fa tu hai fatto conoscenza per la prima volta col mare. Mi ricordo che non avevi neppure paura o ad ogni modo facevi di tutto per celarla. Mam– ma stava un poco in pena tra ansiosa e ridente, affidandoti a me; diceva: non portarmelo troppo

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