UOMO - Anno III - n. 1 - febbraio 1945

innamorato della L***; Antonio a sua volta una notte mi domandò cosa ne pensassi dell'Adriana, ed io- senza imbarazzo risposi che mi pareva una ragazza assai graziosa e simpatica . ••• Oltre la metà d·agosto cadeva il compleanno dell'Adriana. Quel giorno mi venne a chiamare sua sorella, mentre ero intento a riparare la mia bicicletta in giardino, invitandomi a salir nel loro appartamento. C'era il consueto apparato delle fe– ste familiari, fiori turchini nei vasi, su un tavolo una gran torta fitta di candeline accese, gli auguri e i discorsi confusi dei parenti nell'aria. L'Adria– na era vestita di bianco, dominava con la sua cal– ma grazia quel tumulto: mi sorrise non appena mi vide fermo sulla porta e mi fece cenno di an– darle vicino. Ero piuttosto imbarazzato nel tro– varmi tra estranei, in una occasione che avrei vo– luto godere ben diversamente, partecipe, ma al– l'esterno, d'una intimità che mi sarebbe parsa in altra forma tanto amabile; e questo imbarazzo si andava mutando entro di me a poco a poco, in irritazione, poi in furore. L'Adriana aveva spento con un soffio leggero le piccole candele, abbrac– ciava la madre e il padre, la sorella; giunta di fronte a me, in risposta al mio augurio, con di– sinvoltura mi pose le mani sulle spalle, bacian– domi sulle due guance, gentile bacio e tenero; poi tornò alla tavola a dividere il dolce. Approfittando d'una scusa qualsiasi (dissi che dovevo scendere a porre in ordine la bicicletta per la gita del pomeriggio), me ne andai in gran fretta. Sentivo d'essere turbato dentro e ciò non faceva che accrescere la mia irritazione, fomen– tando un curioso stordimento; scesi le scale di un volo e tuttavia mentre mi avviavo verso la rimessa mi sorpresi a fischiettare. Esaminando tra me la causa di. siffatta letizia, detta causa mi 27

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