UOMO - Anno III - n. 1 - febbraio 1945
seguendosi e tentando di speronarsi a vicenda, co– me spesso ci dilettavamo a fare. L'Adriana pren– deva parte con entusiasmo alla gara : si levò in piedi, malgrado le scosse, stando in equilibrio sui due galleggianti, agitando le braccia verso gli amici. Poichè mi volgeva il dorso, potevo vedere sotto la linea dolce dei capelli che le scendevan lunghi sulle spalle secondo la moda, la schiena nuda coperta di piccole gocce; le giovani gambe parevano unte d'olio tanto brillavano. Quàlcuno dai pattini poco distanti la chiamava; l'Adriana mi si volse, disse « Vado, ciao» e si buttò a tuffo. Nuotando per un poco, descrisse un arco all'intorno, poi finì per aggrapparsi all'imbarca– zione di Paolo e salirvi sopra grondando e ri– dendo. Questo comportamento lo giudicai inutile, scortese, ed alla fine anche sconveniente (pur sfor– zandomi di non precipitare il mio giudizio e ripe– tendo tra me, a mio rimprovero, che in fondo non v'era ragione alcuna ch'io me ne risentissi o preoccupassi più che tanto). Venivo anche con– vincendomi, mentre a forza di remi drizzavo il pattino verso il largo, quanto ridicolo fosse il mio stato d'animo e destituito d'ogni giustifica– zione presso qualsiasi persona ragionevole: e tut– tavia sentivo non poter rinunciare a una sorta di rivincita in pro del mio orgoglio deluso, anche di fronte agli amici. Perciò decisi di bagnarmi da solo quella mattina, contrariamente all'uso in– valso ormai tra noi : dopo il bagno feci un lungo giro dalle parti del molo e quindi andai a get– tarmi bocconi sulla sabbia nel nostro luogo so– lito, come nulla fosse. Gli amici arrivarono poco dopo in gruppo, ri– dendo e inseguendosi. Le ragazze battevano le lunghe ciglia incrostate di sale e liberavano i capelli lucidi dalle cuffie di gomma. L'Elisabetta mi tirò per un piede e mi disse: « Dove sei stato questa mattina che non t'abbiamo visto?» (in– tanto mi si era se~uta vicino e andava asciugan- 23
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