UOMO - Anno III - n. 1 - febbraio 1945
sulla strada: questo non ci permetteva di trovare subito il mare come aprivamo gli occhi, ci dispia– ceva un poco. Del resto stavamo sempre uniti, nuotando al largo o montando sullo stesso pattino durante il giorno, intrecciando la sera, sdraiati sui letti, discorsi e care confidenze attraverso l'alone delle sigarette. Avevamo anche fatto ami– cizia con altri ragazzi e ragazze della nostra età, che vivevano con noi all'albergo o incontrati sulla spiaggia: stando a tavola nel salone comune, sotto la luce bianca e incauta delle lampade, talvolta ci chiamavamo per nome, dandoci appuntamenti pel cinematografo o per qualsiasi altro diverti– mento, organizzando programmi. Frattanto, cor– rendo il tempo, anch'io e Antonio eravamo en– trati insensibilmente in quel mondo che prima ci pareva tanto esclusivo: le nostre membra erano abbronzate, i nostri volti avevano acquistato, co– me quelli dei nostri amici, un'espressione spavalda ed esausta. I giorni moltiplicavano le occasioni d'incontri e conoscenze. Un pomeriggio che Antonio non eera 1 decidemmo insieme ad Enrico, Paolo, sua cugina ed altri amici, di fare una gita in cutter al largo. Eravamo piuttosto stretti nella barca che dondo– lava di risa: prendemmo il largo con uno schioc– co improvviso della vela; qualcuno aveva portato la fisarmonica e attaccò un motivo allegro a cui tutti facemmo coro. Io stavo a poppa, m'ero stret– to sul sedile per lasciare un po' di posto a due ragazze ch'erano montate per ultime; cadendo casualmente il discorso sulla città di M. ove io abitavo, cominciammo a parlare: erano due so– relle circa della stessa età, anch'esse vivevano e studiavano a M.: la bruna disse d'aver nome Maria Luisa, la bionda si chiamava Adriana. Chiacchierando vivacemente sulla base di quella prima complicità, costei scoprì di avere molte co– noscenze a M. in comune con me; ci conciliavano in una sorta di alleanza le strade, i nomi dei tea- 21
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