UOMO - Anno II - n. 4 - ottobre 1944
Se questo è il nostro fine ed è ritenuto accetta– bile, per raggiungerlo noi ci sentiamo di poter proporre un programma che comprenda come pro– blema particolare da risolvere almeno i punti se– guenti: a) creare la convinzione - e poi trasformare questa convinzione in realtà - che non esiste una classe che comanda ed una che obbedisce: esistono soltanto dei soci, ciascuno dei quali ha una diversa responsabilità, quindi una diversa autorità, ma nessuno dei quali può sottrarsi alla legge del do– vere. Comandare è adempiere ad un compito: tutti ne hanno uno, ma tutti devono anche conoscerne i limiti. b) solo su questa premessa è pensabile la rico– struzione politica e sociale. Accettato il lavoro co– me base della società e come discriminazione tra i soci, sulle sue esigenze dobbiamo fondare anche le divisioni amministrative e politiche che ne costi•– tuiscono la intelaiatura. Quindi sindacati piuttosti che partiti, quindi formazioni aziendali meglio che associazioni di censo o di classe : a costo di dover incidere su alcuni degli attuali nuclei sociali-am– ministrativi - come i comuni, i distretti, le pro– vincie - e trasferire ad altri di nuova o vecchia formazione, che meglio rispettino la « funzionali– tà» dell'individuo, particolari compiti e mansioni. c) nella scelta delle autorità incaricate dell'at– tuazione del programma non si dimentichi che esse dovranno innanzi tutto ristabilire il concetto di gerarchia, di disciplina, di ordine, di solidarietà. Sarà quindi una autorità forte - cioè capace di rispettare (e di far rispettare) la legge nell'eser– sizio delle proprie funzioni. Dovrà evitare di esse- 67
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