UOMO - Anno II - n. 4 - ottobre 1944

64 far cadere nell'illusione, nel miraggio, e, talvolta, nella vergogna, noi ripetiamo questo richiamo per– chè sia ascoltato e diffuso, perchè sia compreso e seguito da tutti coloro che hanno buon senso e cuore di uomo. La rivoluzione cui noi parteci– piamo, la lotta in cui ci getteremo sarà quella della moralizzazione delle novità e degli uomini nuovi: perchè essere stati più forti di altri, cor– rotti dalla loro stessa inamovibilità, non è ragione sufficiente per sfuggire ai propri impegni ed ai propri doveri. Essi nascono dal rispetto di sè, ma partecipano del rispetto di tutta l'umanità verso la propria missione. L'umanità, l'Uomo, cammina sulle vie del pro– gresso, sempre anche a dispetto degli squilibri cui va soggetto, ora dimenticando il cavallo alato ora quello retrivo, come nel mito di Platone. Ma è al– trettanto vero che progredisce non con le leggi, ma per lo spirito di cui anima quelle leggi con cui segna le tappe del suo perfezionamento. Non basta una formula: le occorre un'anima, altrimenti il progresso diventa doloroso e sconforta gli uomini invece di soccorrerli e di migliorarli. Si pensi alla pena cui siamo costretti per aver scavalcato mon– tagne di tecnica perdendo per istrada i libri dei sapienti della solitudine e della meditazione. Si pensi al disordine delle coscienze che rende in questi giorni regolare l'assurdo, possibile l'incre– dibile, seguito l'illogico. Si pensi alla leggerezza nell'azione, alla noncuranza della vita, al disprezzo dell'onore, della dignità, dell'onestà. Si pensi alla immoralità pubblica diventata consuetudine fami– liare. Si pensi al sovvertimento del buon senso e del timor di Dio: crepe scavatesi nella vita socia– le per non aver ammesso l'individuo a godere di tutta la sua dignità cli uomo e responsabilità di

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