UOMO - Anno II - n. 4 - ottobre 1944

piega i fatti e le condizioni, cercando di indiriz– zarle secondo i propri programmi. Nella costru– zione soltanto è possibile trovare all'uomo quell'e– quilibrio tra volontà e conoscenza che abbiam rite– nuto essere indispensabile per una armonia di vi– venti, e che sola conduce l'uomo ad unità, gli asse– gna un posto nella scala dei suoi simili e gli offre un diritto di scelta adeguato alle sue capacità. La vera rivoluzione, quella che già perde tale nome si deve svolgere dunque - e si svolge per certo nelle menti migliori - entro l'individuo, non fuori di esso. E quanto più numerosi sono coloro che partecipano di questa interna evoluzione, tanto più vasto, concreto, definitivo è il progresso di tutta l'umanità per la cui perfezione noi cerchia– mo la nostra. *** Riportato il processo nel campo della comunità, cioè di nuovo fuori del singolo, ma sempre entro l'umanità, ciò implica ancora un secondo equili– brio: perchè le rivoluzioni portino a risultati effet– tivi, a conquiste durature, ad affermazioni valide, bisogna che l'individuo - ogni individuo - occupi, almeno con una certa approssimazione, quel posto che gli compete per intelligenza ed educazione : cioè si impegni con la volontà a non rimanere inferiore alle proprie possibilità ed apprenda dal– la coscienza di sè a conoscere quali limiti deve rispettare. Questa è o dovrebbe essere la premessa di tutte le rivoluzioni. Questa è o dovrebbe essere la direttiva ideale di ogni riformatore compreso del– la propria missione. Ma poichè la demagogia, che è ognora pronta ad ogni prostituzione, minaccia sempre i risultati morali delle rivoluzioni, per 63

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