UOMO - Anno II - n. 4 - ottobre 1944
60 ti,·o di fede o di speranza: hanno già un volto preciso e dei contorni delineati. Non possono quin– di che mantenere una funzione od una posizione storica, che non va rinnegata nè dimenticata 1 ma che non deve nemmeno impastoiare gli ulteriori movimenti verso il progresso. Rotta la proporzione tra lo spirito d'una forza e l'ambiente in cui agisce, le energie istintive erompono. Col sentimento o con la coscienza di un «diritto• uomini formule ideologie invadono la vita sociale per una personale conquista, con un sommovimento tellurico le cui mani fcstazioni sono piene cli illogicità e di violazioni. Ma il sacri– ficio cli situazioni acquisite, le alterazioni di equi– librio e di armonie statiche, lo scardinamento di esistenze e di pensieri non sono che il dolore per·– sonale, che può demolire un egoismo, ma rinvigo- 1·isce la società, che può opprimere il cuore, ma che la mente riconoscerà inevitabile. Le categorie soli– tamente colpite - è vero - son proprio quelle che sembravano in sè assommare tutti i pregi della civiltà: depositarie dei mezzi di cultura e piene cli prudenza, moderate e faccendiere, attive e coordinatrici - esse stesse, anzi, generatrici di quegli ai11ici1>atoriche intuiranno o segneranno le prossime mete. Se, nonostante ciò, proprio esse ver– ranno eliminate, se proprio contro di loro si sca– glieranno i vendicatori del «diritto>, è perchè è ormai loro insufficiente il cuore per obbedire alla mente, è perchè è loro troppo facile la vita per comprenderne la serietà morale, è perchè è loro troppo comoda la cultura per saperne l'impegno. E' perchè di fronte ai nuovi diritti, più freschi, più giovani, più potenti, - in quanto più audaci e più bisognosi - non sanno opporre che i pro– pri diritti 1 quasi privilegi indiscutibili e indistrut-
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