UOMO - Anno II - n. 4 - ottobre 1944
quasi ad indicare che la crisi è veramente al cul– mine. La rivoluzione, infatti, è una manifestazione del– la crisi e tale deve rimanere. Ed anche se noi la vorremmo incisiva ma rapida, benefica ma oculata, ammissibile ma contenuta proprio per la presenza di queste forze senza capacità di autocontrollo, essa si impone con tutta la brutalità di una valan– ga che s'è staccata dal ciglione e che non s'arre– sterà se non in fondo alla valle. I 1>ericoli, le inversioni, i mali che essa porta con sè sono la tragedia della nostra umanità imperfetta. Nei mo– menti di tensione assumono toni drammatici, ma nemmeno nei momenti di calma e durante le neces– sarie fasi di gestazione possono mai scomparire . ••• Dopo un periodo di resistenza, in cui l'inquie– tudine viene avvertita solo eia qualche anticipa– tore ed assume aspetti prof etici o teorici, la so– pravvenuta inadeguatezza di uomini, formule, ideo– logie alle nuove necessità determina questa tipica fase di ogni rinnovamento, quella con cui noi abbiamo identificato il termine di rivol11::io11e. Fase aperta, decisiva, violenta: è il momento culmi·– nante e passionale, in cui ogni legame formale col passato o va ripudiato o viene distrutto, eliminati gli uomini e le organizzazioni, sostituite le pre– messe e le direttive: non perchè siano incapaci di evolversi coi tempi, ma perchè portano con sè un bagaglio storico di realizzazioni che ne ingom– brano ormai l'agilità e la prontezza. Non sono sol– tanto programmi formulati 1 ma programmi che nel1a concretizzazione han già conosciuto remore, errori, insuffici.enze. Non possono più essere mo- 59
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