UOMO - Anno II - n. 4 - ottobre 1944

54 La civiltà dell'uomo, non dello spirito oppure della materia. Il suo sviluppo da uno stadio primor– diale, in cui predominano manifestazioni naturisti:', a stadi successivi, nei quali subentrano sempre più vigorosi elementi volontaristici, non è in rea!tà che il progresso ininterrotto della medesima uma– nità. Ad una analisi cosciente - succedersi di di– versi interessi e polarizzazione delle varie epoche: su uno di essi in particolare - corrisponde una sintesi nella Yita istintiva, poichè tutto il passato e tutto il presente coincidono in ogni individuo, sia pure con pesi diversi a seconda delle diverse capacità e preparazione ad assimilarli. La perce– zione più o meno approfondita delle leggi che reg·· gono l'universo è l'indice di presenza dell'uomo alla sua storia. E' l'indice in base al quale egli acquista il diritto di guidarsi e di guidare secondo una propria scelta.. L'uomo avverte, conosce, indirizza. La persona– lità, che è il risultato di questo processo, si esplica attraverso la volontà, ma si prepara solo con l'e– ducazione. Volontà ed educazione costituiscono quindi gli elementi energetici della società, i con– cordi sollecitatori di un unico progresso. E' po:5- sibile e forse probabile che nella realtà essi non coincidano e che individui e popoli ne siano dotati con intensità in isquilibrio. Disarmonia vi è quando la volontà soffoca l'educazione e annulla le possi– bilità di ragionamento. Ma disarmonia vi è pure quando la cultura imbriglia la volontà. Dal primo squilibrio, che caratterizza i periodi di formazio– ne, scaturiscono le rivoluzioni. Il secondo prelude a decadimenti dorati, dove l'educazione diventa cul– tura accademica, affermazione di principi senza manifestazioni vitali, proclamazione di teorie sen– za midollo.

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