UOMO - Anno II - n. 4 - ottobre 1944

E non sarebbe la stessa cosa, perclzè il «'Giudizio.» è un quadro unico, clze l'autore ,, se fatica fece ,, assai faticò a contenere in quell'ampiezza, egli scultore che pensava di cavar figure da montagne intere. La sua pittura fu la sintesi cl,e egli fece a nome di due seco!t: a culmine di un 'ascesi perseguita da innumeri generazioni; la sua forza e la sua audacia gli permisero di misurarsi a filo di Dio, a metro dell'universo. E fu uomo cosi conscio della sua natura umana e divina, da osare di raf,, figurare se stesso, nell'ultima Pietà, curvo a soste,, nere con le sue braccia d'uomo il peso del suo Dio morto. E tu credi: con Le Corbusier, che la pittura d'ogg,: cosi compiaciuta nella ricerca di estremi «'particolari», cosi profana mente protesa alla sco,, pena di elementi puramente estetici, possa essere matura per un , discorso» come quello della Sistina? lo credo che per ora non siamo capaci di <r par,– torire » un Micl,elangelo: non ne abbiamo la forza e l'unità morale e l'arte ,, in definitiva ,, è pure questione di morale, e non solo di muri e di tempo. Ma le tue pagine ti danno modo di dirci, an,, cora una volta, la fede clLeriponi nell'arte di oggi. Una fiducia nella nostra civiltà che so scaturita dalramore immenso con cui giudiclzi i contempu,, ranci. Te ne sono grati specialmente i giovani. Noi speriamo con te che i tempi fortunosi clze ora investono e decidono della nostra missione d'uomini e d'artisti, lievitino anche il seme da cui nascerà il nostro pittore: quello clw sulle nude navate dei templi che ricostruiremo ci narrerà la nostra bella e terribile storia. tuo Porzio. 51

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