UOMO - Anno II - n. 4 - ottobre 1944

44 Hotel (o del castello in riva al mare) e di soppiatto ci si ritiri alla cosidetta toilette. Senza timore entriamo per liberarci; e che pericolo potrebbe esserci mai nel quieto ri– fugio? Ma qui non splendori di donne e di crisopazi, non musica nè danze nè risa (tutto questo essendo rimasto di là della porta a vitrages, stranamente lontano). Bensì soli– tudine e pace come in un tempio abbando– nato. Un'incerta eco di suoni arriva attra– verso i muri, flebile richiamo. Ma dagli spec– chi guardaci un volto insieme vecchissimo e nuovo che conosciamo, ahimè, troppo bene; mai però ci era apparso così pallido, sarca– stico e complessivamente desolato. E dal si– lenzio profondo, sopra la pallida eco del tango, il mormorio dell'acqua scivolante giù dai grandi orinatoi di maiolica, a tradimento ci parla con accento umile e amico, bonaria– mente ricordandoci le miserie dell'uomo e le speranze perdute. Talora anche un tubo, chissà dove, gorgoglia ed accenna in termini vaghi al domani quale sarà. Ci sfugge allora il dominio del mondo e, rimestando sempre la voce degli orinatoi entro i pensieri nostri più amari, scuotiamo il capo allo scopo di vedere l'altro, quella faccia ebete, nello spec– chio, farci segno di no. Troppo tardi per sottrarci e tornare in– tatti di là. Con che cinismo l'animo in frac,

RkJQdWJsaXNoZXIy