UOMO - Anno II - n. 4 - ottobre 1944
42 i curiosi scomparvero. Adesso era rimasto veramente solo. UN PEZZO DI PRATO Quando fui giunto a quel prato solitario, a quell'angolo di campagna sospeso sopra il fiume dove ragazzo vissi tante ore favolose, mi accorsi che tutto era rimasto uguale. Identica la luce del sole, con quel suo immo– bile e sonnolento splendore di terre remotis– sime, identica la voce del fiume che raccon– tava ancora sempre la stessa storia, con le stesse inflessioni, e sentivo sempre lo stesso profumo amato di piante, di acquitrini e di ole; sotto alla magra quercia sempre quel mucchio di stecchi e di foglie in cui forse sonnecchiava ancora la biscia e infatti si udi– va ogni tanto uno scricchiolio nell'interno. Nulla era dunque mutato, povero me. Dai recessi ombrosi della sottostante valletta usci– vano perfino, esattamente come allora, dei gialli calabroni, uno dopo l'altro a breve intervallo, come spediti a missio'ni. E nel sen– tierino in salita rasente il bosco c'era sempre quel tratto argilloso, con l'erba impastata nel fango, dove il piede scivolava. Brevi stagioni erano passate qui, nel grembo eterno della terra, e per me invece trent'anni, il fiore
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