UOMO - Anno II - n. 4 - ottobre 1944

sempre più lontano; dalle vetrate intravede giardini illuminati dalla luna, parchi a per– dita d'occhio entro cui scorrono ruscelli e fiumi, ombre cupe di boschi si susseguono a striscie fino al lontano orizzonte. Ma come è possibile tutto questo in piena città? Lo prende un desiderio intenso del suo appar– tamentino al terzo piano, con la pendola ferma, l'odore di cucina, un vecchio calen– dario attaccato sopra lo scrittoio, le valigie già pronte raccolte in anticamera e la moglie che gira chiudendo i mobili e controllando che tutto sia stato riposto bene. Dio, quanto lontani. Stanco, si sedette su una poltrona, pareva veramente sfinito, la gente si ritraeva con rispetto, come se il monarca triste desi– derasse rimanere solo. Era stanco. La sala adesso si era fatta deserta. Dai finestroni si vedeva il getto di una fontana scintillare alla luna. Giunsero ancora echi di musica. Final– mente egli capì di che partenza si trattava e perchè tanti onori. Avrebbe desiderato al– meno fare una corsa a casa per avvertire i suoi che non poteva parti re con loro, andas– sero senza di lui, poi se mai li avrebbe rag– giunti a San Fermo. Dietro un tendaggio quasi completamente chiuso intravedeva del– la gente che lo spiava, bisbigliando. « Ohilà, signori » fece lui agitando la mano sinistra come per ammonirli. Si udì uno scalpiccìo, 41

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