UOMO - Anno II - n. 4 - ottobre 1944

20 e che dobbiamo seguire una logica, che lega ne– cessariamente tutte le realtà in un ordine rigoroso ed assoluto. Se noi fossimo dei puri esseri reali, graviteremmo intorno alla Realtà, o cadremmo addirittura nella Realtà, come un sasso cade sulla terra; avendo anche una mente che segue la legge unitaria della logica, riconosceremmo necessaria questa gravitazione o questa caduta. E la nostra volontà? Se la nostra volontà è libera di ricono– scere o di non riconoscere quest'ordine che lega tutti gli esseri nell'Essere, ciò non significa af– fatto che gli esseri possano sottrarsi ad un tale ordine. Questo andrebbe direttamente contro la realtà 1 o più precisamente contro la logica della realtà. E' quindi perfettamente conforme ad una tale logica 1 e cioè conforme a giustizia, che chi si sottrae all'ordine che abbiamo detto venga a trovarsi diminuito appunto come essere reale, così come verrebbe diminuita l'esistenza ad un albero che avesse i rami sottoterra e le radici al sole, o ad un sasso, che, invece di seguire il suo centro di gravità, si perdesse nel vuoto. E' giusto, insom– ma, che chi non vive nell'ordine soffra, sia infelice. Ma quando si sia, come noi abbiamo fatto, fis– sata la distinzione tra moralità e conoscenza, e affermati i diritti o le esigenze della realtà di fronte alla moralità o alla libera volontà, non si è ancora, con questo, nè affermata nè dimostrata l'esistenza effettiva della moralità stessa, o di una libera volontà umana. Veramente abbiamo vi– sto a proposito dell'Essere in sè, e cioè di Dio, che, dati i rapporti di unità e cli distinzione fra essere reale ed essere ideale, ne deriva la forma morale, e cioè ci si rivela Dio come Volontà e come Amore. Ma anche questo non è ancora un dimostrare nè un affermare che questa Volontà e

RkJQdWJsaXNoZXIy