UOMO - Anno II - n. 3 - giugno 1944

74 anche la malattia e spesso ne riesce difficile 11on– cl1è la cura anche la diagnosi. La nostra avvertita fragilità, il moderno proble– matismo, anche se non Pert1trba1ite ed inquieto per gusto o di proposito, tradiscono questa nostra in.– compiute:;.:a che w1a volta tu. hai chiamato « per– dila di cl,aritas ». Da questo spiraglio si possono allora intendere le correnti estetiche quintessen,– =ianti, che ma.gari 11011, temono di prod'ltrre e spo– sare peti.:ioni e corollari addirittura sociologici - e dove la disperazione, l'angoscia 1 quando vera e sentila, sarebbe il titolo del/a. loro nobiltà, non importa dire in q1tanta parte intriso ed ùnpastato di problemi e di passioni, di polemica e di ag,'– la:;ione morale, politica, sociale - passioni deri– vate da premesse non sempre con.scie, di teologia protestantica, che nei capostipiti possono aver dato anche figura~ioni poetiche potenti e sofferto ve– rità illmninanti, ma che, nell'intimo, 1zo11, appar– tengono atrideale essenza superiore dell'arte e che 11egli epigoni si esauriscono in moti scom.posti e senza sublimazione. Tutto q1,eslo per dire che come nella vita morale così nell'arte, all'intellettualità contemporanea, sep– pur presa da molleplici Profonde aspira~ioni, ma11ca quella pi,ì nobile ed essen::iale della purezw co,i– lemp/ativa. Il discorso, come vedi, conti111ta ... EDOARDO MALAGOLJ

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