UOMO - Anno II - n. 3 - giugno 1944

72 z maggio 1944 Caro Va/secchi, ti scrivo da Monticelli, ove mi sono recato per alc·1me ore, a riordinare la casa nella quale, a scuole terminate, conto di trascorrere la lwiga estate. E' wia breve parentesi, appena suf– ficiente ad 1ma /1tgace riscoperta di questo mondo assorto in sè e sen::a storia; pure mi ci sono dùteso con dolcezza, ho respirato meglio che altrove l'alito forte di 11naprimavera che si offre fino ali' esten11a– zione, in wi presagio di carica feracità. Torno da wia visita a.I parco, soffice e verde,, dall'anima an,– tica e poetica, chi1tso entro la cinta di wi 1111tro screpolato, dal silenzio appena incrinato dai bri– vidi delle l'llcertole, e l'impressione è stata così forte da rom.pere l'incanto di wi hmgo periodo d-i tempo spento ed aggrigiato, dal q11ale,pur con tutto il desiderio, non mi pareva di dovere uscire pi1't. Ora mi pare lontano persino nel ricordo, in questa insorgenza di nuovi affetti e di slanci, e, nel fer– vore che mi tiene ora., trovo la forza di chiederti indulgen.za per il mio 111,ngosilen:::·io.Ma, sePP·ure con rihtttanza, devo confessare l'amarezza di una constatazione che si leva con stridore di contrasto da q1iesto nostro tempo cos-ì ansioso e scardinato. Vo– glio dire che, mentre ogni giorno più, questa epoca di guerra aggrav·ia e carica di ignoto destino non solo la vita di noi, singoli, ma anche della società, le cure di ognunO' invece di renderci inclini ad una raccolta intimità di contempla:::ione, sembrano ini:-

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