UOMO - Anno II - n. 3 - giugno 1944
duta tanto /o11ta110 che ormai pl1ì pochi sanno se– guire quelle tracce. Coloro che, dopo la cad1tta degli 1"deali mistici e religiosi, se ne sono d'mt tratto quasi staccati, si son trovati davanti ad ,ma natura dispre:;zata, vilipesa, 11011, santificata, e pur tanto reale da 110npoter essere dimenticata. Se tante forme di materialismo hanao preso piede in seguito, mi diceva giorni fa Padre B*, non piccola colpa in fondo ha anche il nostro in– segnamento cattolico. Trascurando la natura - anzi, co11dan11andola sempre - non ha saputo in– quadrarla in w1 significato organico e vitale, nel quale 1'1101110 anche sj>rovveduto di grazia trovasse rm equilibrio ed w,a possibilità di bene, nel mo– mento in cui, per cause che sfuggono alla nostra volon.tà 1 finisse col ripiegarvi le sue atten=ioni ed im.postarvi la massima parte delle norme di esi– stensa. La natura è staia condannata: ora occorre riva– lutarla. Non può essere n1ttrita l'-illusione di con– vertire per fede. Le parole suonerebbero eco di un linguaggio diverso e non compreso. E quando dico convertire non l'intendo nel suo significato di catarsi religiosa 1 ma come richiamo 1rniano alla rettit11dine di pensare e di agire. Q11esta ricostr·u– :;ione dell'uomo completo non può essere fatta sen:;a la sua collaborazione: e se i mezzi di cui egli dùpone sono quelli della .ma materia e non altri, se alle energie più perfette non sa più comandare, s11,i suoi mez:;i e sulle sue energie bùogna plasmarlo. Riinsegnare una morale - cioè mia prassi di vi.ta ordinata. secondo 11,11a rmonia terrena, in 69
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