UOMO - Anno II - n. 3 - giugno 1944
logica questa unificazione di tutte le realtà in Dio, d'altra parte ammette, diciamo così, i di– ritti della Realtà pura, e cioè la pcssibilità che nella Realtà si distingua, come non necessaria ad essa, una realtà. Certamente, per dare a que– sta realtà semplicemente non contradditoria, che è l'essere iniziale del mondo, una sussistenza propria, ed una certa autonomia di fronte a Dio stesso, deve intervenire il suo Amore, e cioè la forma morale dell'Essere personificata nello Spi– rito Santo. Così che tutte e tre le Persone della Trinità divina cooperano a creare il mondo: il Padre ed il Figlio, in quanto stabiliscono la distinzione e l'unione fra Dio ed il mondo, e lo Spirito Santo, in quanto a questa unità-distin– zione viene comunicato un ritmo di vita, ed una legge d'amore. Riassumendo: il nesso e la distinzione tra l'essere reale e l'essere ideale rende pcssibile al Rosmini di evitare i due estremi della distru– zione del mondo in Dio, e della distruzione di Dio nel mondo: estremi logici, e pure, ognuno in se stesso, contradditori, come abbiamo dimo– strato. Ma questo non è, in sostanza, che un risultato negativo, per quanto molto importan– te. A completare pcsitivamente un tale risul– tato, è necessario allargare ed approfondire l'in– dagine sulla terza forma dell'essere, cioè sul– l'essere morale. Soltanto attraverso questa inda– gine, e, più ancora, attraverso una profonda esperienza morale, quella unità-<listinzione che, per sè, resterebbe allo stadio di necessaria e ste- 6S
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