UOMO - Anno II - n. 3 - giugno 1944

smini chiama la forma morale dell'essere. È una forma nuova, che, per quanto si generi dal– le precedenti, non si può ridurre semplicemente ad esse. E, come l'idea dell'essere era come un ponte, per cui era possibile passare dalla realtà come esperienza ad ogni altra possibile realtà, così la trinità delle forme dell'essere è come il ponte per cui si passa dall'umanità e dal mondo della natura alla divinità. L'uomo, infatti, in quanto è sentimento, intelletto e volontà, rappresenta una sintesi concreta, vivente e costante delle tre forme dell'essere (nella natura, la sintesi è in via di genesi, di formazione; natura, infatti, si– gnifica nascimento): in Dio, la sintesi delle tre forme è suprema, perfetta ed eterna. Come si vede, siamo dinnanzi ad un geniale e veramente moderno ripensamento della filoso– fia cristiana. Non è nostra intenzione esten– derci, ora in paralleli e confronti tra la meta– fisica rosminiana e quella dei rappresentanti del pensiero cristiano; sarebbe un lavoro immenso, ed in parte anche superfluo, poichè molti va– lenti rosminiani l'hanno già fatto. A noi basterà accennare alla questione specifica e fondamen– tale dell'esistenza di Dio, e del rapporto fra Dio ed il mondo. La filosofia cristiana ci ha tramandato i prin– cipali argomenti dell'esistenza di Dio, che so– no: l'ontologico (« l'essere perfettissimo, di cui abbiamo l'idea, deve necessariamente esistere, poichè, se man_casse dell'esistenza, non sarebbe 61

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