UOMO - Anno II - n. 3 - giugno 1944

60 posizione contradditoria anche questa, ad ogni modo; con la differenza che la contraddizione là si affrontava, qua si subisce. Tutto ciò può sembrare un po' gioco o scher– maglia; ma è, al contrario, una legge molto severa della filosofia che, quando da un sistema viene escluso qualche cosa di essenziale, l'ele– mento trascurato vi rientra come di soppiatto, e corrode e trasforma il sistema; e questo, tanto più radicalmente e rapidamente quanto più so– no gli elementi essenziali trascurati. Insomma, dalla distinzione rosminiana tra es– sere reale e idea dell'essere risulta che ognuna di queste due forme dell'essere ha bisogno del– l'altra, appunto per essere essa stessa quella che è. Ma ecco che noi, col semplice discorrere di questo argomento, abbiamo provato una specie di ammirazione e di compiacenza, come din– nanzi ad una legge, che ci appare non soltanto autorevole, ma anche giusta. L'essere come idea e l'essere come realtà, per dirla con una parola solenne e familiare nel medesimo tempo, si amano, giacchè hanno bisogno l'una dell'altra, reciprocamente, per essere quello che sono. Ed è appunto da questo connubio che nasce l'or– dine e la legge della vita. Un'idea è idea, e re– sta tale, in quanto si distingue dalla realtà, ed ammette una realtà a sè contrapposta; e così la realtà si conserva quello che è in quanto am– mette l'idea e si conforma ad essa. Quest'ordine e questa legge costituiscono quello che il Ro-

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