UOMO - Anno II - n. 3 - giugno 1944

56 semplicemente superato ed eliminato, ma come qualche cosa che ha una sua funzione ed una sua necessità; infatti, secondo questo metodo, la realtà non è più concepita come essere, ma co– me divenire; e, per il divenire, cioè per il farsi della realtà, il non essere, vale a dire il par– ticolare, il relativo e l'individuale, non è meno necessario dell'essere. Con questo metodo, si instaura un panteismo alla rovescia, con cui non si annulla più il mondo in Dio, ma Dio nel mondo; ed è superfluo notare che si abolisce la logica della non contraddizione (« l'essere non può non essere») in nome di una logica della contraddizione (« l'essere è anche non essere»). Naturalmente, noi abbiamo delineato questi due metodi nelle loro caratteristiche essenziali, riferendoci, come a grandi esemplari, ai pensa– tori accennati, senza pretendere, con questo, di fissare, ad esempio, tutto Hegel nella logica del divenire, nè tutto Spinoza nella logica dell'es– sere. Ammettiamo senza difficoltà che è possi– bile interpretare Hegel o Spinoza in un modo anche contrario a quel metodo che essi seguo– no, giacchè un uomo non può mai confondersi senza residuo nel suo sistema. 11 sistema, però, o i sistemi, almeno nelle punte estreme del loro processo logico, restano quello che sono. Ora, dato che il criticismo cantiano, apren– do la via tanto all'idealismo quanto al positivi– smo, come abbiamo già dimostrato, pone, in sostanza, le premesse per una ricostruzione sia della metafisica del divenire, con l'idealismo,

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