UOMO - Anno II - n. 3 - giugno 1944
Se si esamina l'uno e l'altro di questi due spedienci immaginaci per difendere la società dal pericolo de' partiti, io credo che non se ne avrà altro ri ultato se non quello di persuadersi, che il sapere e il potere dell'uomo nel dirigere la società umana è limitato ed impotente; e che questa ri– marrebbe troppo mal guarentita, se oltre ai provvedimenti umani non potesse far conto di una provvidenza superiore, che ve– g1a incessantemente alla sua conservazione ed al suo governo. Facciamo solamente qualche breve e semplice riflessione sopra entrambi i ripieghi od espedienti indicati. La società che si conserva per un in– cessante antagonismo dei part1t1 è una società nel cui seno si agita senza posa una implacabile guerra, e dove perciò manca del tutto quel pacifico appagamento degli animi, che dee pur essere lo scopo di essa società. Il trovarsi presso a poco equilibrate le forze de' partiti pugnanti, l'avervi una lotta continua priva sempre di vittoria, basterà bensì a fare che la società non rimanga sacrificata alla balia d'un singolo partito, ma non mai ad appagare g1 animi degl' individui componenti la società, che ricevono anzi maggiore irritazione da quel battagliar sempre e non vincer mai. 45
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