UOMO - Anno II - n. 3 - giugno 1944

in Kant egli vede ii punto di confluenza di una fondazione della religiosità moderna. (La Filosofia religiosa degli ultimi scritti marti– nettiani non è solo la conclusione ma il postulato di tutta la sua attiYità filosofica). La Critica segna dunque l'aYvento definitivo e cosciente della religione filosofica, che allontana per sempre l'illusione di umanizzare l'assoluto o al– meno riconosce questi tentativi in ciò che essi sono: tentativi umani di esprimere l'inesprimibile, simboli necessari alla nostra debolezza. La posizione del pensiero di Kant è dunque la posizione del trascendentale, che è il termine di tutta la nostra coscienza e che, come un sole in– visibile, l'orienta verso di sè e s'annuncia senza farsi mai conoscere direttamente. Kant non è un mistico, se per misticismo inten– diamo la pretesa di conoscere o descrivere il tra– scendente. 1Ia è mistico nel senso più vero e più nobile, poichè egli pone, al di là della sfera della conoscenza, una realtà inaccessibile che è come il silenzio impenetrabile degli gnostici. Realtà che noi comprendiamo solo nei simboli e che traduciamo in noi solo per mezzo dell'atto morale. EDOARDO MALAGOLI (1) Ln Jibertù, Mil ano, p ag. 8. (2) Kant, Bocca, ) [ilo.no , 1mg. 87. (3) Op. cli., pag. 88. (4) Op. clt., pag. 149. (5) lmmanuel .Kant, IV cùb:., pag. 300. 37 ' ..

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