UOMO - Anno II - n. 3 - giugno 1944
34 essa ha il merito di eliminare Je concezioni su– perstiziose del trascendente e di aprire il terreno a quella fede morale che è la vera metafisica di Kant. Solo apparentemente dunque la dottrina kantiana è stata interpretata come un agnosticismo ed un soggettivismo scettico, e la sua dottrina morale è apparsa come una correzione e quasi una contrad– dizione alla parte preliminare distruttiva della sua filosofia. Esaminata nel suo spirito più profondo, la Cri– tica deve apparire invece una introduzione e una fondazione della grandiosa metafisica disegnata nel– le altre due Critiche. Kant ha superato il dogmatismo che erigeva la realtà immediata, del senso e dell'intelletto, a realtà assoluta; dalla denuncia di tutte le contraddizioni teoretiche e pratiche che si originavano da questa concezione, egli ci ha sospinto attraverso la critica ad una verità più profonda. Egli infatti non si ferma alla contradditorietà della ragione, messa i"n luce attraverso la critica. Elevata a grado meta– fisico, per Kant, la ragione è contradditoria, e tut– tavia tale contradditorietà non è puro elemento ne– gativo della ragione e della coscienza umana, per– chè solo questo suo contraddirsi ci fa distinguere il regno del fenomeno in cui l'uomo col senso ne– cessariamente si muove, cial regno dell'Assoluto, che la ragione, contraddicendosi, ci addita. Questo il valore sommo della ragione pura, teo– retica o pratica che sia; l'indicazione di questo va– lore è il significato della Dialettica trascendentale, la quale, in quanto logica che dia valore di realtà all'essere in sè visto dalla ragione mercè tale sua intrinseca contraddizione metafisica, è, per Kant, logica dell'apparenza e non verace logica. La sua
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