UOMO - Anno II - n. 3 - giugno 1944
to, la filosofia, come· filosofia dell'essere cede alla filosofia trascendentale. Posta la critica come co– noscenza assoluta, « l'in sè », inconoscibile non vi può più aver posto, diventa semplice negazione. La contraddizione, che è il risultato della critica, viene assunta come valore assoluto, diviene la legge stessa della speculazione: è la dialettica contraddi– toria di Hegel. );fartinetti avverte che l'interpre– tazione kantiana data dall'idealismo, è puramente formale, schematicamente artificiale, e contraria allo spirito stesso della filosofia di Kant. La critica non deve escludere la metafisica. E' con questa profonda convinzione che egli si ac– cinge ad una revisione della distinzione kantiana di fenomeno e noumeno. Con appassionata indagine egli tende a liberare il sistema kantiano dalle sovrastrutture scolastiche ed ingombranti, riuscendo ad attingerne il principio ,itale. L'opposizione di fenomeno e noumeno, che sem– brerebbe escludere ogni conoscenza metafisica, deve essere guardata al lume di tutta l'esplicazione del pensiero kantiano, ed allora si vedrà come essa tenda ad attenuarsi ; nei Prolegomeni ad es. è messo in nuova luce il compito metafisico della ragione, compito che nella Critica era solo ac– cessorio, mentre maggior rilievo era dato alla f un– zione immanente, regolativa, della ragione. Così il processo conoscitivo, pur mantenendosi netta la distinzione del conoscere empirico da quello sistematico, acquista una continuità ed un indirizzo verso un punto ideale. Il mondo ci è dato come coscienza, bada continuamente a ripeterci Marti– netti, ma nello stesso tempo come realtà che ci supera e che siamo chiamati a penetrare. (Nel che si rivela l'esigenza pratica, in lato sen- 29
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